Da:
Enciclopedia della Sicilia - Ricci
editore, Parma, 2006
a
cura di Caterina Napoleone
Gandolfo (Gandolfi) Antonino. Pittore (Catania 1841 – 1910) Dallo zio Giuseppe apprese i primi elementi del disegno e la preferenza per il ritratto. Dopo il soggiorno nel 1860 a Firenze dove frequentò per pochi mesi lo studio di Stefano Ussi e fu in contatto con i macchiaioli, si stabilì a Catania e insegnò Disegno ed Ornato alla Scuola d’Arti e Mestieri. La diffusione del positivismo e del verismo lo indirizzarono verso soggetti sociali con una impronta letteraria (taluni temi derivò da romanzi di Eugène Sue e Victor Hugo) e una generica suggestione della narrativa verista del Verga. La vicinanza di Mario Rapisardi negli anni 1880-90 favorì la sua adesione al socialismo durante i Fasci Siciliani: il dipinto “L’Alba dell’avvenire”, commentato dai versi dello scrittore inneggianti al “Maggio del Lavoro” venne offerto al Sindaco di Palermo per la Festa del Lavoro del 1891. Come ritrattista appartiene alla scuola verista manciniana e si distingue per l’approccio immediato al soggetto: teste di fanciulle, ragazze, vecchi, caratterizzati da contrasti chiaroscurali, da una densità dell’impasto cromatico, genere in cui raggiunge risultati pittorici più efficaci che nei ritratti su commissione. Per le doti di pittore e le idee sociali, fu molto considerato nell’ambiente catanese, intrinseco di scrittori (Capuana oltre a Mario Rapisardi) e figura referenziale per i più giovani come Giovanni Martoglio che da lui fu ritratto Anna Maria Damigella
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