"L'autore volle sopra questa tela esprimere quanto in una notte serena, battute le sicule spiagge da piena luce, sono meravigliose ed incantevoli. I grandi scogli della Trezza, detti Ciclopi, e l'antico Castello di Aci, che si emerge sopra le rocce figurano in questo dipinto. Alto e grande è il pianeta ... il suo pallido chiarore batte lo smisurato campo del mare. Un lieve spiro increspa le inargentate acque. Mirabile è la serenità ... la nettezza dell'aria maculata da qualche piccola nube ... Qui tutto sembra fosse vero ... Il pennello del Gandolfo ha raccolto tutto il mistero incantato della natura" - S. Brancaleone, Discorso sulla vita e le opere di Giuseppe Gandolfo, Catania 1856. Da sottolineare che sulla sinistra, in alto, si scorge una garitta spagnola. Due personaggi sugli scogli sono appena leggibili. Il dipinto è una copia dell'originale spedito in Inghilterra da Giovanni Franxas. Una seconda copia, sempre eseguita dal Gandolfo, come la presente, fu acquistata dalla famiglia Currò. Originariamente il dipinto si trovava nel palazzo comunale di Acireale, oggi è alla Pinacoteca dell'Accademia Zelantea. |