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[…] Con la
seguente Sala A cominciava la Mostra d’arte propriamente detta. La
prima parete a destra era quasi tutta occupata da Antonino Gandolfi,
di cui altre tele erano disseminate in altre pareti della stessa
sala e di quelle successive: in tutto una trentina di opere, fra
grandi e piccole, fra quadri compiuti, studii e bozzetti: tutte
rivelatrici delle più caratteristiche qualità di questo fortissimo
artista. La sua reputazione come ritrattista è di lunga data, e le
teste da lui mandate alla mostra, particolarmente quelle del
Monaco e della Contadina, avevano la stessa evidenza
della realtà: solide di disegno, vive di colore animate
nell’espressione. Ma, oltreché come fedele e felice riproduttore
delle forme, il Gandolfi coltiva l’arte sua per significare un
sentimento profondamente umano: la simpatia per gli umili, la
solidarietà coi sofferenti; e di queste sue intenzioni sociali erano
segno la Musica Forzata: una comitiva di poveri suonatori
ambulanti, composta di una madre cieca, di un bambino storpiato,
d’una giovinetta anemica, nei cui atteggiamenti, nei cui volti era
tutta la tristezza, tutta la rassegnazione all’avverso destino; i
Proletarii: una scena ancora più angosciosa: una madre,
anch’essa cieca, che prega invano tra i figli infermi, morenti di
inedia, ed una figlia sulla cui tragica fronte si leggono i più
folli, i più |
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disperati
proponimenti, anche quello di vendersi per disfamare i suoi
miserabili congiunti; e ancora:
Per Via, il gruppo d’una
madre e d’una figlioletta giacenti sul marciapiedi;
l’Espulsa, una
sciagurata che ha tutto perduto, anche l’onore, il
Monte di Pietà,
Compagni di Sventura, etc. A questa nobile inquietudine, a
questa dolorosa vibrazione dinnanzi agli spettacoli della miseria e
del dolore, ed alla maestria della tecnica per riprodurre la forma
umana in ciò che essa ha di più espressivo, nel volto, il Gandolfi
aggiunge spesso un'altra qualità tutta sua: uno stile, un magistero,
un mistero per virtù dei quali alcuni suoi episodi pittorici di
ambigua significazione, suggestivi come musiche, sembrano distaccati
da non si sa quali antiche tele di vecchi gloriosi maestri: tali
Ora triste, Una madre, etc.; a quest’ultima toccò il
meritato onore d’essere acquistata per conto del Re. […] |
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