letterato e critico
VITA Nato a Catania nel 1902, fu tra i protagonisti della vita intellettuale catanese degli anni Trenta. Amò la sua città, e ne illustrò gli aspetti più affascinanti in una serie di articoli apparsi su L'Italia letteraria. Esordì con un volumetto dedicato a un inquieto commediografo milanese scomparso nel 1912 (E. A. Butti 1929). Collaborò ai più qualificati quotidiani e periodici catanesi del tempo, come il Popolo di Sicilia, Totalità, l'Archivio storico per la Sicilia orientale, la Rivista del Comune. Il suo campo d'indagine si estese dalla letteratura siciliana contemporanea alla trattatistica del Cinquecento, alla narrativa francese dell'Ottocento. Il richiamo all'esigenza di « una più intensa vita morale » che si rifletta nell'arte e la condanna dei vuoti formalismi furono una costante di tutto il suo lavoro critico. Sul Giornate dell'Isola letterario pubblicò saggi e recensioni in cui riprovava la letteratura del dopoguerra ed esaltava in Pazini un maestro di vita e di stile. Estetismo, ermetismo, rondismo «dannunzianesimo in disfacimento » appaiono liquidati nel saggio Puntare sul presente (1934), in cui si definiscono il ruolo e la funzione del critico, che « non deve giustiziare, ma illuminare ». A tali princìpi si ispira la sua opera più nota, Benedetto Croce critico dei contemporanei (1958). E' morto a Roma nel 1976. Gisella Padovani. Gandolfo Antonino - Enciclopedia di Catania - Tringale Editore 1987, pag. 364
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