Non sarebbe opportuno, in questa sede, parlare di me, che, pur essendomi collocato in questa parte della Home Page, occupo tale posto probabilmente in modo immeritato, essendo la mia attività di pittore solo un hobby. Ho imparato a dipingere verso i 18 anni, quando mia nonna Ada Macaluso, abbandonata all’età di 85 anni Varese, ritornò a Cannizzaro (CT) per passarci, diciamo così, la vecchiaia. Sarebbe vissuta ancora per altri 10 anni, continuando a dipingere fino a due anni prima di morire. Così, guardando la tavolozza, gli impasti, il modo di procedere nello stendere il colore sulla tela cominciai a “colorare” quello che fino ad allora era stato solo disegno. Avevo imparato a disegnare molti anni prima, copiando i fumetti dei supereroi americani, primo tra tutti Spiderman, e i personaggi dei cartoni animati giapponesi. Poi erano arrivati Michelangelo, Rubens, Boucher. Ma dipingere era un’altra storia. Capii, guardando la nonna, che non si poteva imparare a dipingere osservando i quadri bell’e fatti, bisognava “vedere” come si faceva. Così, non appena nonna Ada ritornò nella casa dei miei genitori, cominciai a imparare da lei. Dipingevo nel suo appartamento che si trovava al piano terra mentre io vivevo con i miei al piano di sopra. La permanenza del mio “studio” a casa sua durò relativamente poco: quando fu chiaro che potevo sbrigarmela da solo, mi disse che non era più necessario che mi appostassi là da lei. La compagnia, infatti, le piaceva, ma solo per periodi brevi; la lunga vita passata sola in casa dopo che mio padre si era sposato nel 1965, l’aveva abituata a vivere senza nessuno tra i piedi.
Ma in questa pagina voglio soprattutto spiegare perché nasce questo sito. Nasce dal desiderio, innanzitutto, di conservare tutte le informazioni possibili che riguardassero la mia famiglia e solo in secondo tempo dalla volontà di pubblicizzarle.
Adolescente scoprii, conservato da mio padre, l’albero genealogico della famiglia Gandolfo, ricostruito da mio nonno. Questa cosa mi colpì molto. Pensare che prima di me ci fossero state delle persone che avevano vissuto, avevano dipinto e scritto e delle quali la traccia più evidente restava nei quadri che avevo sempre visto a casa senza essermi chiesto fino a quel momento di chi fossero, ebbe su di me un effetto decisivo. Era come se stessi scoprendo qualcosa che mi apparteneva, che faceva parte di me. Bisogna considerare che la famiglia Gandolfo è stata rappresentata nella mia infanzia solo da mio padre. Mio nonno era morto 10 anni prima che io nascessi avendo avuto un solo figlio; i cugini di mio padre, a parte uno – che non si chiama poi neanche Gandolfo – spesso erano noti solo per nome e non avevano un volto, vivendo in altre città. Quell’albero genealogico invece faceva venire fuori personaggi della famiglia ricchi di storia, dei quali potevano essere ammirate le opere. Il desiderio di completare l’albero genealogico portò alla scoperta di un mondo per me molto attraente di artisti, non solo nella pittura, ma anche nella musica e nelle lettere.
Ho scoperto negli anni che mio nonno aveva cercato di conservare tutto ciò che era possibile, non solo di suo padre, ma anche dei suoi avi, ricostruendo per esempio la vita artistica del prozio Giuseppe. E mio padre, sebbene senza aver mai cercato di classificare queste informazioni, aveva diligentemente proseguito in questa opera.
Questo sito è il tentativo di tenere tutte insieme queste informazioni, di strapparle al tempo che passa (e che annebbia sempre di più i ricordi orali), di renderle fruibili, intanto per me, per assecondare e “placare” la mia libido familiare, poi per i miei fratelli e per i miei figli, infine per chiunque creda di poter apprezzare quello che i miei avi hanno fatto.
Studiare i documenti e le opere, cercare di ricostruire gli avvenimenti, i contesti nei quali i miei avi dell’Ottocento - ora che siamo nel Secondo Millennio - hanno vissuto è stato come condividere con loro quel passato, viverlo con loro, è stato come riappropriarsi di qualcosa che mi è sempre appartenuto, ma che era rimasto sepolto dentro il mio inconscio, come sentire la mia esistenza rafforzata dall’esistenza di quelle persone.