Luisa Paladino.
Le collezioni del Museo Civico
di Castello Ursino.
Schede di Roberta Carchiolo e
Luisa Paladino, p. 197
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Il ritratto [...], di
straordinaria finezza esecutiva nella cura dei particolari come nella
resa delle tonalità smaltate dei colori, che caratterizza la produzione
di ritratti muliebri impostati secondo i moduli del neoclassicismo
accademico, in cui Giuseppe Gandolfo fissa "il tipo della donna
aristocratica catanese dell'epoca" (E. Maganuco, Rivista del Comune n.
6, 1933, pag 280), raffigura in primo piano, di tre quarti, la cognata
del pittore, sullo sfondo di un paesaggio d'invenzione, una Catania
idealizzata dominata dal profilo dell'Etna fumante.
Proveniente dalla donazione di Giovanni Bianca Gandolfo del 1934 ca -
che comprende Ritratto della nipote Clementina, Autoritratto
in vestito da contadino e Autoritratto - il dipinto,
realizzato al rientro dai soggiorni di studio compiuti a Roma nel 1819
presso Giuseppe Errante e, dal 1820 al
'22, presso Pietro Benvenuti a Firenze dove, protetto dal ministro
Alessandro Opizzone, lavorò per la corte del Granduca di Toscana, rivela
appieno le doti di raffinato ritrattista, educato secondo i precetti
neoclassici alla copia dei capolavori di Raffaello, del Correggio e di
Tiziano.
Luisa Paladino
da: Luisa Paladino. Le collezioni del Museo Civico
di Castello Ursino. Schede di Roberta Carchiolo e
Luisa Paladino, p. 197.
in: Catania, la città , la provincia,
le culture, vol. I, Catania Edizione Dafni 2005.
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